Dopo un primo album uscito a loro nome, Doug e Telisha Williams danno alle stampe il loro terzo disco sotto la sigla Wild Ponies rendendo omaggio alle loro radici geografiche, alla old time music e ai selvaggi panorami montani della natia Southwest Virginia: registrato dal vivo a Galax, in un capanno posto sul retro della vecchia fattoria degli Appalachi in cui Doug abitava con la famiglia, l'album assorbe e aggiorna la lezione della migliore 'mountain music' americana nell'arco di dieci impeccabili canzoni che portano la loro firma (in coppia o con i colleghi Ben Glover, Amelia Curran, Amelia White e Perry Frye) o quelle di Hazel Dickens, di Jon Boyd e dello stesso Frye con Alice Leon (con l'aggiunta di un traditional). L'intreccio di Telecaster, chitarra acustica, doppio violino, contrabbasso, banjo, pedal steel, mandolino ed essenziali percussioni getta un ponte tra antico e moderno, grazie anche alla presenza accanto a Telisha (contrabbasso e voce) e Doug (voce e chitarra) di prestigiosi musicisti old time originari di Galax come il banjoista Kyle Dean Smith, il chitarrista 'Snake' Smith e il violinista Kilby Spencer cui si sono aggiunti a Nashville Fats Kaplin alla pedal steel, al violino e al banjo, Will Kimbrough alla chitarra e al mandolino, Audrey Spillman ai cori e Neilson Hubbard (produttore accanto a Doug) alla batteria. i Wild Ponies suonano così 'come se fossero balzati direttamente dagli anni Venti del secolo scorso al 21mo secolo lasciando fuori quel che è accaduto nel mezzo' (come scrive il sito American Roots UK), creando un gioiellino musicale che aggiorna mirabilmente il linguaggio della più antica e genuina musica hillbilly innestandovi elementi del country contemporaneo in titoli scintillanti come 'Will They Still Know Me' (che ricorda gli Orphan Brigade del coautore Ben Glover), il tradizionale 'Sally Ann', la malinconica 'Tower And The Wheel', l'evocativa 'Pretty Bird' (in cui la splendida voce di Telisha, descritta da qualcuno come un incrocio tra Nanci Griffith e Amber Cross, è accompagnata soltanto da una chitarra acustica e dal violino) e il trascinante ritmo da danza agreste di 'Mamma Bird'. Il bello è che nulla suona come una mera copia, imitazione o riproduzione della musica del passato: i Wild Ponies dimostrano di comprenderla profondamente, di portarla dentro di sè e di saperla traghettare nel mondo odierno con una sensibilità contemporanea