CADILLAC THREECOUNTRY FUZZ'Abbiamo passato gli ultimi due anni e mezzo a lavorare su questo album', spiega Jaren Johnson dei Cadillac Three a proposito del quarto disco del trio di Nashville 'Country Fuzz', aggiungendo che 'fin dai tempi in cui frequentavamo il liceo il nostro suono è sempre stato questo: country, rock e un pizzico di funk'. Anticipato dai singoli 'All The Makin's Of A Saturday Night' e 'Crackin' Cold Ones With The Boys', il disco si avvale della partecipazione di Chris Jason e Travis Tritt in un brano (l'ironica 'Hard Out Here For A Country Boy') ed evidenzia ancora una volta la singolare capacità dei tre di mischiare chiassosa country music con hard rock ribelle, atmosfere Southern e aromi country soul: 'Country Fuzz' e' una azzeccata definizione per questa musica 'sporca', vivace e ruggente per cui Johnston (voce e chitarra), Neil Mason (batteria) e Kelby Ray (maestro della lap steel) citano esplicitamente come influenze Garth Brooks e i Lynyrd Skynyrd, gli ZZ Top e Jerry Reed, Prince e Medeski Martin & Wood. Nell'arco di sedici brani i Cadillac Three passano dai riff sinuosi di 'Slow Rollin'' (già destinata a diventare un cavallo di battaglia dal vivo) al ritmo arrembante di 'Heat', dalle cadenze quasi disco di 'The Jam' al funk di 'Blue El Camino' (che rimarcano una nuova direzione per il gruppo), dalla cantautorale 'Labels' al nostalgico country rock di 'Back Home', fino a una conclusiva 'After Last Call' incorniciata da un elegante lavoro di slide, tanto per rimarcare la maturità compositiva e strumentale raggiunta da un trio che non si accontenta più di cantare solo di sbronze e sabati sera ribaldi. 'Per noi ogni album è più ambizioso del precedente, e in 'Country Fuzz' si vede da dove siamo partiti e dove stiamo andando', aggiunge Kelby. 'E' come una sosta in una gita in moto quando ti fermi, afferri una birra, ti guardi intorno e poi ti rimetti in viaggio'
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