OUT PAST THE WIRES

Con 22 canzoni e oltre 80 minuti di durata, 'Out Past The Wires' e' il disco piu' ambizioso del catalogo di Rod Picott, cinquantatreenne cantautore del New Hampshire con una decina di album alle spalle. Prodotto a Nashville da Neilson Hubbard, il disco - nelle parole del suo autore - svaria da brani risolutamente rock con le chitarre a tutto volume a ballate sussurrate, coprendo tutti i punti intermedi tra i due estremi. In canzoni come 'Take Home Pay' (una delle quattro scritte con l'amico e frequente collaboratore Slaid Cleaves) Picott parla della vita della classe lavoratrice americana, delle sue sconfitte e delle sue piccole vittorie faticosamente guadagnate, scovando la scintilla che accende di tanto in tanto esistenze apparentemente ordinarie. L'attento lavoro di scrematura del repertorio (Rod aveva scritto ben 78 canzoni per il progetto) si sposa a calibrati arrangiamenti ed esecuzioni cui contribuisce una eccellente backing band composta da musicisti rodati e talentuosi come Lex Price (basso), Evan Hutchings (batteria), Will Kimbrough e Kris Donegan (entrambi alle chitarre elettriche), collaboratori di artisti come Emmylou Harris, Steve Earle, Rodney Crowell, k.d. lang e Brandi Carlile e capaci di lavorare velocemente in studio rispondendo intuitivamente alle suggestioni di Picott, scrittore, poeta e sceneggiatore - oltre che musicista - 'le cui canzoni assomigliano ai racconti brevi di Raymond Carver' (Houston Chronicle)