ORPHAN BRIGADETO THE EDGE OF THE WORLDGenere: Roots Etichetta: APPALOOSA Anno: 2019 Supporto: CD
Il limite del mondo cui fa riferimento il titolo del nuovo album del gruppo itinerante e aperto degli Orphan Brigade e' la costa della Contea di Antrim in Irlanda del Nord, un luogo che per secoli ha ispirato artisti e viaggiatori: ad entrambe le categorie appartengono Ben Glover, Joshua Britt e Neilson Hubbard, che dopo avere registrato il primo disco in una villa del Sud degli Stati Uniti ubicata in un'area che fu teatro di importanti avvenimenti ai tempi della Guerra Civile Americana e il secondo nelle grotte di Osimo, nelle Marche, si sono stavolta trasferiti a casa di Glover, in un villaggio costiero irlandese, per scrivere nuove canzoni circondati da paesaggi selvaggi, scogliere a picco sul mare e castelli in rovina prima di recarsi a incidere nella Chiesa di San Patrizio di Glenarm, luogo di culto da quando i frati francescani vi eressero un convento nel 1465. I loro dischi sono sempre progetti collettivi, e anche in questo caso sono numerosi i musicisti ospitati nelle session: tra questi le Henry Girls, Colm McClean alle chitarre e alla pedal steel, Conor McCreanor al basso, Marla Gassman al violino e l'irlandese onorario John Prine, mentre e' il suonatore di cornamuse irlandesi Barry Kerr ad aprire il disco con il suo arrangiamento dell'aria tradizionale 'The Green Fields Of Canada'; in netto contrasto, la successiva 'Mad Man's Window' e' un 'urlo blues al ritmo di Bo Diddley' (come scrive Mike Davies su Folk Radio) che nel testo fa riferimento a una leggenda locale. I ritmi tribali e ossessivi di 'Banshee' e di 'Dance With Me To The Edge Of The World', il western a tinte celtiche di 'Under The Chestnut Tree', la chitarra acustica e i battimani di 'Swan Lake', una 'Captain?s Song (Sorley Boy)' che e' - scrive ancora il recensore di Folk Radio - essenzialmente una versione irlandese di 'Sloop John B', la spettrale ballata 'Isabella' punteggiata dal mandolino, il canto marinaro di 'St Patrick On Slemish Mountain', la trascinante 'Fairhead's Daughter' e la flautistica e conclusiva 'Mind The Road' sono brani altrettanto evocativi concepiti su formazioni rocciose o in mare aperto, tra le rovine di dimore storiche o in qualche recondita caverna, che attingono a miti e leggende irlandesi per elaborare una musica una volta ancora altamente suggestiva, un vero e proprio viaggio sonoro nella storia, nel folklore e nella cultura di un popolo reinventato con grande creativita' e immaginazione, 'un Selciato del Gigante di musica, parole e atmosfere' track list
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