NAIL JEREMYGhost of LoveProdotto dallo stesso artista con il suo batterista Pat Manske, 'Ghost Of Love' di Jeremy Nail e' un disco che, come spiega lui stesso, ha come tema centrale 'il sentiero che gli individui percorrono verso l'assoluto quando il conforto offerto dai vecchi fantasmi viene improvvisamente meno'. Le canzoni che lo compongono bilanciano luci ed ombre e dimostrano appieno il talento di un musicista che ha l'occhio del romanziere ('Clarksville') e il cuore di un poeta ('Second Wind'). La title track, con il suo tono languido e il suo pigro ritmo shuffle, le visioni cinematografiche di 'Nothing But A Song', le miniature perfettamente cesellate di 'Windmill' e il viaggio affascinante di 'Angels Will Fall' punteggiano un disco 'infestato di spiriti, pieno di gentili e graziosi fantasmi che ti tirano per la manica' (come dice il collega Jon Dee Graham) che suona come 'uno studio in essenzialità musicale senza soluzione di continuità'. Formatosi musicalmente a fianco di Alejandro Escovedo (che nel 2016 aveva prodotto 'My Mountain'), Nail condivide con il suo mentore la capacità di lasciare alle canzoni lo spazio per respirare e stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore e si conferma uno dei talenti emergenti nel campo dell'alt country e dell'Americana, la cui esistenza problematica (una rara forma cancerogena ha costretto i medici ad amputargli una gamba) si riflette in una maturità compositiva e in un linguaggio poetico ricco e articolato, che Jeremy (voce, chitarra acustica, mandolino), Manske (batteria), Bukka Allen (tastiere e fisarmonica), Greg White (basso) e Jeremy Menking (chitarra elettrica) sanno tradurre in avvincenti, delicati e incisivi quadretti musicali
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