LIVE AND NEVER LEARN

Attiva dal 1999, la band country rock di Los Angeles giunge al suo ottavo album (il primo da 'Mystery Drug', datato 2013): 'Live And Never Learn' riflette un periodo difficile per i componenti del gruppo (sia Rob Waller che Paul Lacques hanno perso nel frattempo i genitori),e il loro umore malinconico e riflessivo si riflette in molte delle canzoni, che spesso evocano l'area geografica dove sono nate (e' il caso di 'Last Man In Tujunga', storia di una rottura sentimentale ambientata nelle colline della California meridionale durante gli incendi che devastarono la zona, e di 'King Of The Rosemead Boogie', che rievoca la vita notturna in certi bar scalcagnati che nei primi anni Novanta popolavano la Route 66 nei dintorni di Los Angeles). Con il suo ritmo placido e rilassato, la Telecaster riverberata e il ritornello contagioso la title track offre chiari indizi sulle sonorita' di un disco che una volta ancora porta in primo piano i paragoni con i primi Eagles, corretti da un pizzico di Neil Young e Gram Parsons e da un tocco di dolce psichedelia. Waller e Lacques sanno dosare anche un po' di humour nella loro scrittura (ad esempio in 'My Parka Saved Me', dove la batterista Victoria Jacobs racconta come sopravvisse a un grave incidente automobilistico) e fanno buon uso della collaborazione con l'inglese Peter Davies dei Good Intentions, altro eaglesiano di ferro che pone la sua firma sulle eccellenti 'White Cross' e 'Singing In The Wind', mentre il country piu' tradizionale affiora in 'Poour Me' e il lato piu' folk e sognante della band in 'Spinning'. Una bella conferma