GRELLE JACKIf Not ForeverFedele alla tradizione e allo stile di vita dei grandi trovatori della musica popolare americana, Jack Grelle ha trascorso anni saltando da un treno all'altro e facendo autostop sulle strade degli Stati Uniti prima di imbarcarsi in numerosi tour nazionali e internazionali: dopo tanto viaggiare, il suo nuovo e quarto album 'If Not Forever' suona come una sorta di ritorno a casa, una riflessione dell'artista su stesso e sulla gente che lo circonda e un manifesto esistenziale di un 'eroe dell'honky tonk progressivo che arriva al momento giusto nell'America di Trump' (come ha scritto di lui Rolling Stone). Coprodotto e registrato a Chicago da un musicista sperimentale e di tutt'altra estrazione come Cooper Crain (Bitchin Bajas, Cave), è un disco che sconfina spesso e volentieri dal country tradizionale (anche se le ballate strazianti sono una sua specialità) strizzando l'occhio ad artisti come Creedence Clearwater Revival, Tom Petty e Doug Sahm e incorporando nella musica elementi di rock and roll e di folk politicizzato e di protesta; un album che, come annota la rivista della sua St.Louis Riverfront Times, fotografa Grelle 'in un momento di maturità e transizione', e dove un rauco honky tonk convive con 'canzoni più gentili accentate da partiture fiatistiche o tinteggiate da un quartetto d'archi'. Autore di canzoni che invocano una sorta di solidarietà universale e che mettono in discussione le differenze razziali e di classe tuttora esistenti, Jack centra il bersaglio in titoli come la spedita 'Out Where The Buses Don't Run', celebrazione di un eccentrico e generoso senzatetto, mentre è lui stesso a descrivere 'It Ain't Working', storia di una famiglia di operai, come 'una canzone generazionale' che critica il sistema capitalistico track list
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