I LIKE IT DOWN HERE

Torna in azione, a cinque anni da 'Sideshow Love', il cantautore nashvilliano Will Kimbrough: il suo nuovo album 'I Like It Down Here' riflette in pieno il suo dna sudista e la sua predilezione per gli emarginati e gli esclusi ('mi piace starmene qui tra i vagabondi e gli ubriaconi, sangue nel mio fango e segatura nella mia birra' ringhia Will nella title track), attraverso una collezione di dieci composizioni autografe che mettono in mostra le sue impeccabili qualita' di cantante e chitarrista in un viaggio spesso autobiografico che mescola blues e folk. Lasciano il segno e toccano il cuore canzoni come 'Alabama (For Michael Donald)', dove da' voce a una delle ultime vittime innocenti (nel 1981) del rinato Ku Klux Klan duettando con la blueswoman Shemekia Copeland su un tappeto sonoro spettrale in cui emergono dobro e percussioni e 'It's A Sin' in cui, come osserva Amy Stevens sul sito Countryschatter, evoca le immagini e le atmosfere del celeberrimo romanzo di Harper Lee 'To Kill A Mockingbird' ('Il buio oltre la siepe'), mentre sul versante piu' easy del disco emergono pezzi come il rock melodico di 'Hey Trouble' e una 'I'm Not Running Away' decisamente radiofonica. A 54 anni e al nono album come solista, l'ex sideman di Emmylou Harris, Rodney Crowell e Todd Snider si dimostra un autore e interprete solido e maturo, poetico e profondo, un trovatore e un giramondo che nella voce e nelle corde dei suoi strumenti non dimentica mai il Sud in cui e' cresciuto e a cui il suo cuore, la sua coscienza civile e le sue canzoni restano legate indissolubilmente