JAROSZ SARAHWorld On The GroundApprezzata di recente per la collaborazione con Sara Watkins e Aoife O'Donovan nella band I'm With Her (che le è valsa il terzo Grammy Award in una carriera discografica iniziata poco più di dieci anni fa), la newyorkese d'adozione Sarah Jarosz non dimentica le sue radici texane e la piccola città di origine (Kimberley, 45 minuti di auto a Sud di Austin) nel suo quinto album 'World On The Ground' cambiando tuttavia prospettiva nel songwriting: alle canzoni principalmente autobiografiche dei dischi precedenti sostituisce stavolta un approccio più marcatamente da storyteller e da narratrice capace di immedesimarsi nei panni altrui. Una svolta stilistica che deve molto ai preziosi suggerimenti del produttore John Leventhal, da lei incontrato nel tardo 2018 e come nelle sue collaborazioni precedenti (da Shawn Colvin a James McMurtry passando per Elvis Costello e Rosanne Cash) capace di trovare sempre un magico punto di equilibrio tra testi e musica con arrangiamenti intricati ma ariosi e accorti dosaggi di strumentazioni elettroacustiche in bilico tra rock e folk, pop e Americana. L'empatia e la connessione che i due hanno istantaneamente trovato lavorando a questi brani registrati nell'home studio della ventinovenne cantautrice e polistrumentista a Manhattan sono lampanti all'ascolto di un disco che in titoli come 'Maggie', 'Eve' e 'Johnny' rivela l'apertura della Jarosz a studi di carattere approfonditi e a suggestioni inusuali ('Pay It No Mind', che contiene la frase che intitola il disco e a cui si ricollega il dipinto di copertina, è scritta e cantata dal punto di vista di un uccello che guarda il mondo sottostante), magistralmente serviti da ballate dalle sonorità soffuse e delicate ma ricche di sfumature e caratterizzate da grande varietà armonica e melodica che riflettono sovente sul dualismo tra vita di provincia e sogni metropolitani attingendo a tratti a ricordi personali ('quando canto 'Eve'', ha spiegato Sarah', 'mi viene immediatamente in mente il giardino dietro casa a Kimberley', mentre i delicati intrecci di piano e chitarra di 'Orange And Blue' rievocano il piccolo fiume che scorre nella cittadina). E' lei stessa a spiegare il segreto della riuscita di un disco che si ricollega per scelta alla grande tradizione cantautorale texana, quando osserva che con Leventhal 'abbiamo cercato di creare qualcosa che vive e che respira, e che mette sempre l'artista e la canzone al centro della scena' track list
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