MOORE BLUES FOR GARY

Fu Bob Daisley, bassista di Gary Moore dagli anni Ottanta, a suggerire al grande chitarrista irlandese di incidere un album di blues ('Still Got The Blues') che divenne uno dei maggiori successi della sua carriera. E' ancora lo stesso musicista e produttore, gia' al fianco di altri artisti di alto livello come Ozzy Osbourne e i Rainbow, ad avere orchestrato questo tributo all'amico scomparso il 6 febbraio del 2011 cui ha preso parte una miriade di colleghi e di rockstar: sono della partita il cantante, chitarrista e tastierista Neil Carter (coautore con Gary di 'Empty Rooms' in cui si cimenta qui come voce solista), Glenn Hughes e Don Airey (storia e attualita' dei Deep Purple), Eric Singer dei Kiss, Darrin Mooney dei Primal Scream e ancora Doug Aldrich (Whitesnake, Dio), Steve Lukather (Toto), Joe Lynn Turner (Rainbow), Jeff Watson (Night Ranger), Damon Johnson (Black Star Riders, Alice Cooper), Stan Webb (Chicken Shack) e Brush Shiels, leader di quegli Skid Row con cui Moore mosse i primi passi professionali, mentre John Sykes (ex Thin Lizzy e Whitesnake) fa uno spettacolare ritorno dopo anni di assenza spartendosi la scena con Daniel Bowes (Thunder) in una emozionante versione della stessa 'Still Got The Blues' e Steve Morse (Deep Purple, Dixie Dregs) e Ricky Warwick (Thin Lizzy, Black Star Riders, The Almighty) fanno scintille in 'Parisienne Walkways'. Nel corso della sua carriera Moore aveva pagato tributo ai suoi eroi musicali Peter Green e Jimi Hendrix. Era giusto che qualcuno pensasse ora a restituirgli quel che ha dato, omaggiando un altro grande asso della sei corde