Nato a Greenwood, Mississippi, nel 1945, John Blues Boyd ha il curriculum perfetto per un bluesman, avendo iniziato a lavorare nei campi di cotone quando aveva appena sette anni ed essendosi dedicato alla carriera musicale solo nel 2007 dopo avere fatto il riparatore di tetti in California ed essersi occupato a lungo dell'assistenza alla moglie malata e morta nel 2014. Da allora ha trovato consolazione nel blues, registrando il suo album di debutto nel 2015: 'What My Eyes Have Seen' è la sua sesta prova discografica e contiene solo suoi brani originali per precisa scelta di Guy Hale, contitolare della Gulf Coast Records che la pubblica e che spiega di essere stato 'immediatamente colpito dalla chiarezza della sua dizione e dal tono solenne della sua voce, forte, autorevole ma calmo e ricco di calda emozione: una tavolozza con tanti colori e sfumature'. Prodotto da Kid Andersen che vi suona chitarra e organo a fianco di un trio di strumentisti comprendente il pianista Jim Pugh, il bassista Quantae Johnson e il batterista June Core rinforzato da una sezione fiati comprendente i sassofonisti Eric Spaulding, Jack Sanford e Nancy Wright, il trombettista John Halbleib e il trombonista Ric Feliziano, l'album contiene dieci canzoni che Boys ha scritto per la gran parte con Andersen, inframmezzate da nove interludi intitolati 'My Memory Takes Me There' e incentrate su esperienze autobiografiche e di vita vissuta: il blues, come John canta nell'iniziale 'In My Blood' è nel suo sangue e nel suo dna, mentre 'A Beautiful Woman (For Dona Mae)' e '49 Years' sono commoventi omaggi alla moglie scomparsa e 'Run Me Out Of Town' (che porta anche la firma di Hale) narra della volta in cui Boyd, allora diciottenne, venne portato alla storica Marcia per la Libertà di Martin Luther King; in 'I Heard The Blues', infine, lo accompagnano i Greaseland Youngsters alias Rome Yamilov alla chitarra, Ryan Walker alll'armonica, Robby Yamilov al basso, Lisa Leuschner Andersen alla batteria e lo stesso Andersen all'organo Farfisa, ma non c'è stacco o distanza rispetto al resto di un album davvero coinvolgente e toccante