Nato a Chicago ma residente a Sheffield, in Inghilterra, il cantante e principale arrangiatore dei Bellowhed Jon Boden è una delle voci più autorevoli del neo folk britannico: il suo quarto album solista 'Rose In June' conferma il suo status e il suo forte attaccamento alle radici della musica popolare a partire dalla title track, un brano tradizionale che racconta la tragica storia di due pescatori morti nel mare del Nord nel 1872 e che il cantautore ha imparato dallo scomparso Lou Killen. Accompagnato dai fedeli Remnant Kings che lo affiancano d un'esibizione all Cambridge Folk Festival del 2016, Boden ha registrato nei celebri Rockfield Studios con la produzione del fidato Andy Bell e con l'intenzione di fissare su nastro molte delle canzoni che costituiscono una parte importante del suo live set: i dodici brani che ha selezionato per il disco comprendono altri brani tradizionali ('All Hang Down', 'Seven Bonnie Gypsies', 'Rigs Of The Time'), pezzi originali del cantautore ('Leviathan/Tombola', 'Going Down To The Wasteland', 'Ruin Reel') e cover di Ewan MacColl ('Sweet Thames Flow Softly') e Kate Bush ('Hounds of Love'), resi con grande efficacia e passione da un interprete che è anche uno ottimo violinista, chitarrista e suonatore di concertina oltre che della sua caratteristica 'stomp box' (scatola di legno microfonata che amplifica il battito del piede), qui alla guida di una formazione ampia e variegata che comprende Helen Bell (viola), Toni Durrant (eufonio), Harriet Davies (violino), Sam Fisher (tromba e flicorno), Rob Harbron (concertina, violino, chitarra elettrica e voce), Ben Nicholls (basso elettrico, contrabbasso, concertina), Lucy Revis (violoncello), Paul Sartin (oboe, corno inglese, violino, voce), Sam Sweeney (batteria, violino, concertina e voce) e Richard Warren (chitarra elettrica)