BIRD SONGS OF A KILLJOY

Nata in Siria ma residente a Los Angeles, Azniv Korkejian in arte Bedouine pubblica il suo secondo album a due anni di distanza da un debutto che ha fatto rumore nell'ambiente musicale. 'Bird Songs Of A Killjoy' la vede collaborare anche stavolta con il produttore Gus Seyffert (gia' al fianco di Beck, Norah Jones e Michael Kiwanuka) e con session men di alto rango come Joey Waronker (batteria) e Smokey Hormel (chitarra), oltre che con le due Lucius (voci e percussioni), e ancora una volta il risultato e' ammaliante: l'incantevole folk orchestrale di 'Bird' e il sottile, elegante intreccio di chitarra acustica, fiati insinuanti e soffici accordi di pianoforte di 'When You're Gone' (che, scrive Nina Corcoran su Consequence Of Sound, e' in sintonia con lo stile di Nick Drake e di Joni Mitchell ma anche di Jose' Gonzalez), confermano un talento delicato, introspettivo e visionario. 'La killjoy, la guastafeste sono io', spiega sorridendo Azniv. 'Qualcuno mi considera una donna difficile, musona e un po' depressa, e io mi approprio orgogliosamente di quello stereotipo. Ma la musica di questo disco e' quanto di piu' distante si potrebbe immaginare da quell'immagine. E' la colonna sonora di una fioritura primaverile, dell'aria tiepida che ti accarezza la pelle, del concetto di possibilita' che attraversa le nostre vite'. Nata ad Aleppo, cresciuta in Arabia Saudita e arrivata negli Stati Uniti a dieci anni appresso alla sua famiglia, Bedouine (figlia di un cantante e musicista) rivela nella sua musica un sorprendente attaccamento alla musica tradizionale americana ('non so neppure io come sia successo', confessa) e il suo fraseggio chitarristico ricorda quello dei grandi folk singer (anche inglesi) degli anni Sessanta e Settanta. La sua storia, le sue origini e la sua modernita' fanno si' tuttavia che non si tratti di una pallida imitazione: 'Birdsong Of A Killjoy', in questo senso, ne e' un'altra splendida rivelazione