STRANGE CONVERSATION

Mandy Barnett canta il country da quando era bambina (ancora teenager, ha reinterpretato sul palco la leggendaria Patsy Cline). Ha pubblicato, prima di questo, sei album, ma era silenziosa - discograficamente parlando - da cinque anni: torna con 'Strange Conversation', un disco registrato tra le storiche mura degli studi di Muscle Shoals con una band stellare che include il chitarrista Doug Lancio (John Hiatt) e il batterista Marco Giovino (Band Of Joy), anche coproduttori, accanto a Rudy Copeland (organo), a Tom West (piano elettrico Wurlitzer), a Victor Krauss (basso) e a una sezione fiati composta da Neal Pawley (trombone) e John Isley (sassofono). La stessa Mandy si definisce una 'torch singer', a suo agio con il country come con il pop vintage, il blues, il gospel e il soul ('qualunque canzone che trasmetta un'emozione'): una fine interprete del genere 'Americana', se si vuole utilizzare una definizione omnicomprensiva, che stavolta ha preso volutamente le distanze dalle aspettative di chi si attendeva da lei un disco puramente country. Il miglior esempio di questa nuova direzione e' proprio la title track, un brano scritto dal grande e sottovalutato artista country soul Ted Hawkins che Giovino ha ricreato donandogli un feeling e una atmosfera alla Al Green. Come il resto del disco e' stato suonato sostanzialmente in presa diretta, e conferma (anzi rafforza) le qualita' e il profilo artistico di una cantante dotata di una voce flessibile e sensuale, oggi piu' che mai ben disposta a rivestire le sue interpretazioni di sonorita' modernamente classiche