'Trovate un momento per sedervi con la vostra cuffia o davanti ai vostri altoparlanti preferiti, alzate il volume e ascoltate'. E' il semplice suggerimento che Victor Wainwright ci offre a proposito del suo nuovo album 'Memphis Loud', virtuale viaggio a bordo di un vecchio treno a vapore e attraverso l'America, le sue città e i suoi svariati generi musicali. Il trentanovenne cantautore e pianista originario di Savannah, Georgia, e da tempo trasferitosi a Memphis si dimostra anche stavolta un abilissimo ed entusiasta miscelatore di boogie woogie, honky tonk, blues, jazz, rock and roll e persino psichedelia, ben coadiuvato dal coproduttore Dave Gross e da un bello stuolo di amici e di ospiti: il 'wall of sound' dell'iniziale e vigorosa 'Mississippi' apre una festa di suoni e di colori da cui traspirano tutta l'immediatezza, l'eccitazione e l'entusiasmo della presa diretta e della registrazione dal vivo in studio, e tutte le successive fermate del suo immaginario e sbuffante mezzo di locomozione - gli irresistibili riff fiatistici di 'Walk The Walk', lo stantuffo ritmico e pianistico di 'Memphis Loud', le molteplici voci, i suoni e i profumi di New Orleans condensati in 'Sing', la toccante melodia di 'Disappear', l'intreccio solare di piano e chitarre di 'Creek Don't Rise', il ritmo funky, il clavinet e il Wurlitzer di 'Golden Rule', la dolce malinconia di 'America', lo humour di 'South End Of A North Bound Mule', il lacerante assolo di sax di 'Recovery', l'ode al fedele compagno a quattro zampe di 'My Dog Riley', la chiusura in crescendo dell'epica e consolatoria 'Reconcile' - disegnano 'il meraviglioso e tortuoso tragitto che la musica delle radici ci può offrire, consentendoci di arrivare tutti insieme, e felicemente, alla stessa destinazione'