CALIFORNIA SON

Anche Morrissey non ha resistito al fascino del disco di cover, che per artisti maturi (il cantante di Manchester compie sessant'anni proprio in questi giorni) rappresenta un modo per fare i conti e riconnettersi con le proprie (e a volte insospettate) radici musicali. Cosi', i dodici brani selezionati dall'ex vocalist degli Smiths pescano nella storia del folk, del cantautorato, del rock, del glam e del pop, tra la 'It's Over' di Roy Orbison cantata in duetto con LP e la 'Wedding Bell Blues' di Laura Nyro cui presta voce anche Billie Joe Armstrong dei Green Day; Ed Droost, Ariel Engle, Sameer Gadhia e Lydia Night sono gli altri ospiti di un progetto in parte sorprendente che rivisita il folk di protesta di Bob Dylan ('Only A Pawn In Their Game') e di Phil Ochs, quello introspettivo di Tim Hardin e quello al femminile di Buffy Sainte Marie e di Melanie; nel mazzo ci sono anche un pezzo della sofisticata Joni Mitchell anni Settanta ('Don't Interrupt The Sorrow'), brani di Dionne Warwick e di Carly Simon e di artisti oggi meno noti come il glam rocker di Filadelfia Jobriath e i californiani anni '60 Gary Puckett & The Union Gap. Tutti artisti americani, come si vede, che Morrissey reinterpreta a modo suo, piegando le canzoni ad arrangiamenti in cui a fianco delle chitarre non mancano sintetizzatori ed elettronica, al suo inconfondibile timbro baritonale e alla sua malinconia mancuniana pur restando in qualche modo fedele alle versioni originali. Prodotto anche stavolta da Joe Chiccarelli (gia' al timone, due anni fa, durante le registrazioni di 'Low In High School'), 'California Son' e' un disco che trasuda passione e cultura musicale e che potra' piacere anche agli amanti della canzone d'autore e del pop rock classico che di Morrissey avevano ultimamente perso le tracce