ALLMAN DEVONMiami MoonA otto anni dal precedente "Ride Or Die", il nuovo album del figlio cinquantunenne di Gregg Allman suona come se "il passato e il futuro entrassero in rotta di collisione sotto i cieli rosa di Miami... funky, fresco e ricco d'anima". Devon Allman lo ha registrato su nastro analogico da 2 pollici negli storici Criteria Studios in cui nacquero "Layla" ed "Eat A Peach", facendosi produrre da Tom Hambridge (Buddy Guy, Chris "Kingfish" Ingram) e accompagnare da una band a dir poco straordinaria che comprende George Porter Jr. dei Meters al basso, Ivan Neville (Keith Richards, Dumpstaphunk) alle tastiere, Adam Deitch (Lettuce) alla batteria, Karl Denson (Rolling Stones) al sassofono e Jackson Stokes alla chitarra. Musicisti che, ammette Allman Jr, hanno ingigantito il valore di canzoni che, essendo state tutte composte per la prima volta al basso, hanno nel groove il loro elemento portante. "Inoltre", spiega Duane, "liberarmi di alcuni processi di pensiero che in passato mi avevano limitato mi ha permesso per la prima volta di fare entrare nel discorso altre mie influenze come Curtis Mayfield, Sade, i Cure e gli Steely Dan", senza naturalmente dimenticare la lezione di papà Gregg, di zio Duane e di Eric Clapton quando suonavano nella Allman Brothers Band e in Derek and the Dominos. Un disco sorprendente e ispirato track list
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