V

'Il perfetto album estivo, traboccante di ottimismo e di pacifica energia': cosi' viene presentato il quinto disco sulla lunga distanza dei Wooden Shjips, californiani di San Francisco che sanno evocare con sapienza la psichedelia degli anni Sessanta in chiave garage e con qualche deviazione krautrock. Sono trascorsi cinque anni dall'opera precedente, ma il quartetto non ha perso il suo tocco distintivo: ascoltate 'Staring At The Sun', jam di quasi otto minuti in stile 'drone', ipnotica e ripetitiva (e ispirata al cantante e chitarrista Ripley Johnson dalla visione degli incendi che nell'estate del 2017 hanno devastato le regioni statunitensi affacciate sull'oceano Pacifico), un pezzo dal respiro epico che 'trova un terreno comune tra Velvet Underground, Neu! e Grateful Dead, spaziale, strana e cool' (cosi' la descrive il sito Treble). Il 'V' del titolo non richiama solo la numerazione progressiva dei loro album ma anche il segno di vittoria che da Winston Churchill agli hippies di Frisco contraddistingue un atteggiamento positivo e speranzoso: ai tempi tumultuosi e difficili che stiamo vivendo i Wooden Shjips hanno reagito con un disco che 'filtra i loro caratteristici groove ipnotici attraverso una lente ottimistica e che produce una musica brillante e vitale'. Omar Ahsanuddin, Dusty Jermier, Nash Whalen e Ripley (autore di tutti i pezzi) hanno ulteriormente espanso il loro sound in canzoni 'on the road' come 'Eclipse' e 'Red Line' (dove e' la travolgente sezione ritmica a salire al proscenio); li' e altrove delay, riverberi, l'uso dei sintetizzatori e le scelte timbriche servono a colorare la musica di nuove sfumature grazie anche al missaggio curato da Cooper Crain (Cave, Circuit Des Yeux) con l'obiettivo di creare un suono fluttuante e movimentato che offre i migliori risultati d'ascolto se gustato in cuffia. Buon trip a tutti