Una rottura sentimentale, come si evince dal titolo, è alla base del nuovo e settimo
album di Teddy Thompson, cantautore, musicista e produttore da quasi vent'anni sulla
scena e quasi subito affrancatosi dall'ombra ingombrante dei genitori Richard e Linda.
Teddy lo ha scritto, prodotto e registrato a Brooklyn riflettendo nelle canzoni anche
la sua relazione con la città di New York in cui vive ormai da quasi due decenni. 'In
America', spiega, 'ho potuto reinventarmi e liberarmi dal passato trovando uno stile
musicale che rappresenta ciò che sono': i semi piantati nella sua giovane mente di
ascoltatore da gente come Hank Williams, Sam Cooke, Chuck Berry e gli Everly Brothers
sono in effetti tuttora evidenti nella sua musica. 'Tendo da sempre a scrivere canzoni
lente e tristi', ammette, 'mi viene naturale ed e' uno stile adatto all'argomento di
queste canzoni in cui tuttavia ho cercato anche di inserire un ritmo soul e un feeling
rasserenante'. Grazie anche all'eccellente contributo di una band che include Zach
Jones alla batteria e alle percussioni, Jeff Hill al basso, Al Street alla chitarra
elettrica e Eric Finland alle tastiere , il disco ha un suono classico ma
contemporaneo: una dolce e lieve malinconia avvolge la title track (impreziosita dalla
chitarra di papà Richard), ma anche le atmosfere decisamente Sixties dell'iniziale
'Why Wait' dai fiati e ritmi in stile Motown e della countreggiante 'At A Light', il
valzer nostalgico di 'Take Me Away' con tanto di archi e Mauro Refosco (della band di
David Byrne) alle percussioni, il country pop di 'It's Not Easy' e la cruda, emotiva
'Move At Speed' confermano in Teddy un autore e interprete sensibile e molto dotato
che, come scrive Peter Shaw di Folk Radio, 'ottiene qui, in maniera più convincente di
quanto registrato prima d'ora, un approccio e uno stile musicale tutto suo'
dimostrandosi talentuoso artefice di belle melodie, autore di testi intelligenti e artista
integro