HOLLER

In parallelo alla carriera in duo con Emily Saliers nelle Indigo Girls, Amy Ray prosegue il suo percorso solista con un disco registrato in analogico agli Echo Mountain Studio di Asheville, in North Carolina, nell'arco di dieci giorni durante lo scorso mese di gennaio. E' un album, nelle parole dell'artista, 'influenzato dal country tradizionale, dal Southern rock, dalla mountain music, dal gospel e dal bluegrass che si puo' far rientrare nel genere Americana'. Amy e la band che la accompagna abitualmente dal vivo - composta da Jeff Fielder (chitarra e dobro), Matt Smith (pedal steel, dobro, chitarra), Jim Brock (batteria), Adrian Carter (violino e chitarra) e Kerry Brooks (basso e mandolino) - sono raggiunti in studio da Alison Brown (banjo) e dal tastierista della Tedeschi Trucks Band Kofi Burbridge, oltre che da sezioni d'archi e fiati, mentre alle parti vocali contribuiscono grandi ospiti come Vince Gill, i Wood Brothers, Brandi Carlile, Phil Cook, Justin Vernon e Rutha Mae Harris dei Freedom Singers. Degno successore del piu' sognante e contemplativo 'Goodnight Tender', 'Holler' racconta 'storie notturne, d'amore, di dipendenza, di immigrazione, di disperazione e di locali honky tonk. Del crescere nel Sud, dell'andare in tour da decenni, dell'essere nata nel mezzo del movimento per i diritti civili e della battaglia costante per trovare un equilibrio tra l'essere una donna del Sud e di sinistra che ama Dio, la mia terra natia e la sua gente'. 'In questo disco', conclude la Ray, 'rendo omaggio a 'Harlan County', grande disco di Jim Ford del 1969, mentre alcune canzoni sono ispirate al film 'Winters Bone', al poeta degli Appalachi Byron Herbert Reece e alla grande scrittrice Toni Cade Bambara'