OH MY GOD

Il quinto album solista di Kevin Morby (gia' nei Woods), ha spiegato lo stesso artista, 'e' un disco che per me rappresenta la chiusura di un cerchio, la mia opera piu' completa fino ad oggi. E' stata una di quelle esperienze che ti segnano la vita: e' questo il motivo per cui per sette anni ho dormito sui pavimenti a casa di amici'. Il trentunenne indie rocker di Lubbock, Texas, ha in effetti realizzato con 'Oh My God' un'opera ambiziosa, un concept album sulla religione ('un linguaggio universale che contiene in se' una profonda bellezza e che ci circonda ovunque'). Non si pensi pero' a un disco di Christian Music: si tratta piuttosto di un album intessuto di gospel, con uso massiccio di cori, pianoforti e strumenti acustici che, come sottolinea il sito italiano Distorsioni, fa ancora una volta riferimento ai modelli consueti del musicista (Bob Dylan, Leonard Cohen, Lou Reed) con un suono country soul che stavolta profuma piu' decisamente di Sud degli Stati Uniti grazie anche alla produzione di Sam Cohen (che lo stesso sito paragona a quelle di Joe Henry per la predilezione di arrangiamenti scarni che lasciano spazi e silenzi nello spettro sonoro). L'evocativo e ipnotico intreccio di percussioni, battimani, flauto e sassofono di 'No Halo', le atmosfere anni Cinquanta di 'OMG Rock'N'Roll', la dylaniana 'Hail Mary', la loureediana 'NoThing Sacred - All Things Wild', la fiatistica 'Seven Devils' e una 'Piss River' punteggiata dal suono dell'arpa tracciano i punti cardinali di un disco vario nell'ispirazione, nelle atmosfere e nelle scelte sonore, piuttosto originale e decisamente creativo