SALT DOLL WENT TO MEASURE THE DEPTH OF THE SEA

Dopo un periodo difficile e un incidente automobilistico che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze, Ben Knox Miller e Jeff Prystowsky - cuore e anima dei Low Anthem - tornano in pubblico con dodici brevi canzoni 'fragili, sfumate e oneste'. Abbandonato lo sperimentalismo di 'Eyland' (che aveva fatto storcere il naso a piu' di un ammiratore della prima ora), 'The Salt Doll Went To Measure The Depth Of The Sea' fa un uso piu' discreto dell'elettronica utlizzata per sottolineare e colorare composizioni di matrice acustica che suonano al tempo stesso spontanee e concettuali. E per quanto certe strutture melodiche e armonie vocali possano suonare familiari, come scrive Bob Boilen su NPR questo disco suona diverso da qualunque altro: anche perche', andata distrutta la strumentazione del gruppo nell'incidente succitato, Knox Miller si e' ritrovato a scrivere le canzoni armeggiando con nient'altro che una chitarra da salotto, un piccolo pianoforte a 64 tasti e un registratore otto tracce digitale sistemati nella sua camera da letto. Con quei mezzi rudimentali, aiutandosi con filtri e pedali effetti per chitarra e processando i battiti della puntina di un giradischi nei solchi finali dei suoi dischi in vinile ha creato le basi ipnotiche di canzoni dalla struttura circolare percorse da una sottile energia. 'Molti dei suoni di 'Salt Doll'', conferma, 'provengono da fonti minuscole come una bacchetta che sfrega il bordo di una carta da pacchi o di una puntina di giradischi che arriva in fondo al disco e rimbalza indietro'