'Era arrivato il momento di aprirsi. I Jayhawks sono una vera band, un gruppo in cui tutti hanno la stessa importanza, e volevamo fare un disco che riflettesse questo dato di fatto'. Così Gary Louris, cantante, chitarrista e principale compositore della band del Minnesota, racconta il nuovo album 'XOXO', un disco in cui il bassista Marc Perlman, il batterista Tim O'Reagan e la tastierista Karen Grotberg si spartiscono equamente con lui i crediti compositivi e le parti vocali soliste. 'Il mio unico rimpianto è non avere fatto prima qualcosa del genere', aggiunge Louris a proposito di un'opera musicale che, ironicamente, 'trova unità nell'individualità e identità nella reinvenzione' risultando coeso e coerente a dispetto del processo 'democratico' attraverso il quale è nato e si è sviluppato. Con la sua voce profonda e sospirata, la Grotberg rievoca Christine McVie nell'elegante 'Ruby' ed Emmylou Harris in una 'Across My Field' dall'atmosfera sudista grazie anche alla presenza di una splendida pedal steel, mentre O'Reagan si guadagna il proscenio nel rock asciutto e muscolare (alla Big Star) di 'Dogtown Days', tra il fingerpicking acustico e i cori sognanti di 'Looking Up Your Number' e in una minimalista 'Society Pages' che ricorda i Pavement e i Guided By Voices e Perlman porta in dote una 'Down To The Farm' a tempo di valzer che attinge tanto alle tradizioni folk americane che a quelle britanniche. Lì, come nella melodia cristallina e negli intrecci di chitarre di 'Bitter Pill' o nelle celestiali armonie vocali di 'This Forgotten Town', ritroviamo il dna dei migliori Jayhawks, immediatamente riconoscibili nel loro mix di roots music americana, power pop chitarristico e sonorità tipiche della British Invasion anni '60 ma rinvigoriti da una nuova freschezza e da un rinnovato entusiasmo. 'Alcune canzoni le abbiamo create insieme da zero, ma altre sono state scritte separatamente', spiega Perlman che, come i compagni, si è cimentato di volta in volta con strumenti diversi secondo necessità, condividendo con il resto del gruppo un periodo di convivenza ai Pachyderm Studios di Cannon Falls in cui si sono rinsaldati l'amicizia e l'alchimia musicale tra i quattro, evidente anche in altri titoli eccellenti come 'Living In A Bubble' (nello stile di Harry Nilsson), la trascinante 'Homecoming' e la psichedelica, astratta 'Illuminate'. Come dice la Grotberg, 'in fin dei conti questo album è semplicemente un'estensione di quel che siamo sempre stati. Siamo la stessa band, ma è come se fossimo entrati in una nuova era'