ALLIGATOR BRIDE

Gli Howlin Rain di 'Alligator Bride', title track del quinto album di studio del quartetto di San Francisco, sono in piena modalita' Crazy Horse, scrive Lars Gotrich sul sito di NPR, rimarcando i vigorosi accordi e riff elettrici inzuppati di feedback della canzone e un'alchimia musicale tra i membri del gruppo che 'appare lacera e allentata come una bandiera americana segnata da troppe tempeste'. Un bel modo per descrivere uno dei pezzi forti di un disco in cui il cantante, chitarrista, autore e bandleader Ethan Miller, il chitarrista solista Dan Cervantes, il bassista Jeff Mcelroy e il batterista Brian 'Nucci' Cantrell condensano certe lunghe improvvisazioni dei dischi precedenti in pezzi piu' succinti dove risaltano maggiormente splendide melodie e una scintillante produzione che ricorda a tratti certi classici album AOR degli anni Settanta. Molti i momenti avvincenti: l'iniziale 'Rainbow Trout' (asciutta ed emozionante, e in cui Miller sfoggia le sue impressionanti qualita' vocali), il classic rock di 'Missouri', una ballata epica come 'Speed', lo stile sciolto e rilassato di 'The Wild Boys' e l'atmosfera dolce e notturna di 'In The Evening' aggiungono nuove tonalita' alla tavolozza di un gruppo che non dimentica le origini psichedeliche di Miller (con i Comets On Fire) e si mostra capace di impetuosi crescendo emotivi nel finale epico di 'Coming Down'. Miller ha creato la band con l'intento di ricreare le sonorita' anni Settanta con cui e' cresciuto ascoltando la radio, ma - scrive Martyn Coppack sul sito Echoes And Dust - 'come Chris Robinson e la sua Brotherhood 'non permette alla musica di riposare sui suoi allori retro', infondendola invece di un'urgenza che rende i suoi album estremamente vivaci'