ANTHEM OF THE PEACEFUL ARMY

Sono o non sono la reincarnazione dei Led Zeppelin? Al primo album sulla lunga distanza (dopo due EP datati 2017, il secondo dei quali - 'From The Fires' - ha fatto molto parlare di se'), i giovanissimi ed esuberanti Greta Van Fleet cercano di affrancarsi da quel termine di paragone prestigioso ma anche ingombrante spiegando - a parole, e con i fatti - che quel che conta per loro sono soprattutto le canzoni. Ispirato non solo dal rock ma anche da colossi del cantautorato americano come Bob Dylan, Neil Young e Joan Baez', 'Anthem Of The Peaceful Army' e' un deciso balzo in avanti per il quartetto formato dai fratelli Jake Kiszka (chitarra), Sam Kiszka (basso, tastiere) e Josh Kiszka (voce) e dal loro amico di infanzia Danny Wagner (batteria): registrato tra i Blackbird Studios di Nashville e i Rustbelt Studios di Royal Oak, nel Michigan (patria dei quattro), mostra una maturita' sorprendente anche se - a dispetto delle affermazioni della band - titoli come 'When The Curtain Falls' non si allontanano molto dall'imprinting zeppeliniano evidente soprattutto nella vocalita' alla Robert Plant di Josh. Attingendo a materiale composto negli ultimi tre - cinque anni, i Greta Van Fleet hanno impiegato appena due settimane a fissare su nastro le loro nuove canzoni, sfoggiando la freschezza, il testosterone e l'incontenibile energia che ne hanno gia' fatto un gruppo culto dal vivo: titoli come 'Watching Over' (come gli altri nove frutto del lavoro compositivo di tutti e quattro i musicisti) ne ampliano il raggio d'azione al Southern rock e al Sixties soul americano mostrando senza tema di smentita una band saldamente ancorata al classic rock anni Sessanta e Settanta ma anche desiderosa di trovare una propria, inconfondibile identita' artistica. Siamo indubbiamente sulla strada giusta, e i ragazzi di Frankenmuth hanno le carte in regola per diventare delle rock star in grado di riempire gli stadi