BETTER OBLIVION COMMUNITY CENTER - CONOR OBERSTBETTER OBLIVION COMMUNITY CENTERGenere: Rock Etichetta: DEAD Anno: 2019 Supporto: CD
Better Oblivion Community Center e' un nuovo progetto musicale creato da Conor Oberst (Bright Eyes) e dalla giovane, emergente Phoebe Bridgers: il loro omonimo disco di debutto sotto questa sigla e', nelle parole dei due protagonisti, il prodotto di una vera e propria collaborazione dal momento che tutte le canzoni sono firmate da entrambi. Un disco intrigante, riflessivo ed emozionante di puro e cristallino indie folk, in cui le splendide armonie vocali dei due (che spesso cantano all'uniscono) alleggeriscono il tono spesso amaro dei sentimenti espressi nei brani: e' bastato un mese di lavoro a Los Angeles per fissare su nastro composizioni che avevano preso forma nell'arco di un anno, e che sono state completate con l'aiuto di musicisti empatici come Nick Zinner (Yeah Yeah Yeahs), Carla Azar (Autolux, Jack White) e componenti dei Dawes, con Andy LeMaster nel ruolo di fonico e produttore. Come rileva il sito Consequence Of Sound, gli stili dei due - che gia' avevano proficuamente collaborato in passato - si adattano bene l'uno all'altro, sfociando - nella prima parte piu' elettrica e rumorosa - in pezz come l'iniziale, avvicente 'I Didn't Know What I Was In For', la passionale 'Sleepwalkin'' e la vivace, politicizzata 'Dylan Thomas' e - nella seconda piu' acustica e intimista - in titoli delicati e avvolgenti come 'My City' e 'Forest Lawn'. I due sanno anche uscire dalla loro 'comfort zone' in canzoni sorprendenti quali lo scoppiettante noise di 'Big Black Heart' e il synt rock di 'Exception To The Rule': 'Il solo fatto che un disco come 'Better Oblivion Community Center' abbia preso forma e' in se' una meraviglia', conclude David Sackllah sullo stesso CoS, 'ma che diventi un'aggiunta sostanziale al catalogo dei due artisti che lo hanno realizzato e' la vera sorpresa'. Non un capriccio temporaneo, quindi, ma un disco solido e ben strutturato, una rivitalizzante esplosione di energia che conferma le qualita' della Bridgers e riporta Oberst, un faro della scena indie americana di questi anni, al rango che gli compete dopo qualche prova piu' opaca track list
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