Figlio del leggendario Waylon, Shooter Jennings si sta affermando ultimamente non solo come artista ma anche come produttore di punta della scena alt country/Americana e non solo (Jessi Colter, Wanda Jackson, Brandi Carlile, Billy Ray Cyrus, Tanya Tucker e persino Marilyn Manson). Aggiunge ora alla sua collana di perle il nuovo album su New West Records degli American Aquarium, la band del North Carolina che il cantante, autore e chitarrista acustico BJ Barham guida dal 2006 e di cui oggi rimane l'unico membro originario affiancato da Shane Boeker alla chitarra, da Ryan Van Fleet alla batteria, da Alden Hedges al basso, da Rhett Huffman alle tastiere e da Neil Jones alla pedal steel: e 'Lamentations' - il cui titolo fa riferimento a un libro della Bibbia e alla formazione religiosa del bandleader - è sicuramente uno dei migliori dischi a cui abbia finora lavorato, un album perfettamente calibrato nei suoni e nelle composizioni con arrangiamenti ricchi e robusti, ariosi e mai invasivi senza un momento di stanca tra il dolente, teso e tempestoso folk rock dell'iniziale 'Me And Mine (Lamentations)' 'che ha per protagonista un conservatore che ha rinunciato al Sogno Americano', il rock chitarristico della tosta 'Before The Dogwood Blooms', il coro cantabile di 'Bright Leaf', , il country rock mainstream e FM di taglio springsteeniano di 'The Luckier You Get', gli umori sudisti di 'Better South', la melodia toccante e disarmante di 'How Wicked I Was', l'avvolgente country soul di 'The Long Haul' e una 'Learned To Lie' che nel suo candore evoca la Loretta Lynn degli anni '60 e '70. 'Come autore, il mio compito principale è quello di osservare e poi tradurre quel che vedo in una canzone o in un racconto', spiega Barham. 'Non farei un buon servizio né a me stesso né all'ascoltatore se non parlassi di ciò che vedo, e cioè un Paese diviso. Io mi muovo nelle ombre scure di ciò di cui non vogliamo parlare, nel Sud degli Stati Uniti'. Gli ospiti Jamie Wilson, Watson Twins e Matt Douglas lo aiutano a realizzare la sua visione, in un disco che 'getta luce sugli angoli bui dell'America tra toccanti conversazioni, lunghe occhiate allo specchio e domande empatiche', in cui la politica diventa questione di sentimenti personali e in cui, con la sua sincerità e il suo anticonformismo, Barham emerge come una delle voci più importanti e, in fin dei conti, conciliatorie della musica americana contemporanea