Per l'undicesimo album dei Pretenders, fresco di stampa su etichetta BMG Rights Management, Chrissie Hynde aveva un'idea fissa in mente: comporre tutte le canzoni insieme a James Walbourne, chitarrista solista della sua band già dal 2008 ma mai impiegato in questo ruolo. 'Avrei voluto scrivere con lui sin dal primo giorno', ha spiegato ai mezzi di informazione la rocker dell'Ohio. 'James è un musicista molto ricercato che ha registrato con Jerry Lee Lewis, Dave Gahan e i Rails, solo per citarne alcuni. Abbiamo sempre pianificato di farlo mentre eravamo in tour, ma come qualunque membro di una band può confermarvi essere in tour significa avverare i sogni di chiunque ami procrastinare le cose'. La scelta, comunque, si rivela azzeccatissima: complice la produzione empatica dell'esperto Stephen Street (un demiurgo del miglior Brit Pop, collaboratore di Smiths, Cranberries e Blur e, più recentemente, di Kaiser Chiefs, Babyshambles e Courteeners) 'Hate For Sale' è l'album più fresco, frizzante e vitale della band - completata da Carwyn Ellis alle tastiere, da Nick Wilkinson al basso e dallo storico batterista Martin Chambers – da molti anni a questa parte. Secco, affilato e chitarristico, a cominciare dalla title track, una rasoiata punk di due minuti e mezzo, cruda e aggressiva, con falsa partenza, finale tronco e armonica a bocca nata come tributo ai Damned. Il punk, tinto di glam, di un insinuante riff di sintetizzatore e di rimandi allo stile di Blondie, marchia a fuoco anche l'ironica e tagliente 'Turf Accountant Daddy', mentre 'Didn't Want To Be So Lonely' è un irresistibile rockabilly anni '50 scandito dai battimani, 'You Can't Hurt A Fool' una splendida e morbida ballata pop soul dalle atmosfere altrettanto vintage splendidamente cantata da Chrissie e 'The Buzz' uno squillante midtempo elettroacustico sulla dipendenza amorosa con il sound classico dei Pretenders migliori. Una scommessa vinta a mani basse e un ritorno davvero rinfrancante, a quattro anni di distanza da 'Alone'