C'EST LA VIE

E' stato un periodo di grandi cambiamenti per Matthew Houck, deus ex machina del progetto musicale Phosphorescent, che dopo la pubblicazione di 'Muchacho' (2013) ha lasciato New York per Nashville (dove si e' costruito un nuovo studio di registrazione), si e' sposato con l'autrice e polistrumentista australiana Jo Schornikow (ora anche lei componente del gruppo) e ha avuto due figli. ''C'est la vie' riflette queste esperienze e la sua rigenerazione umana e artistica dopo un periodo difficile: non a caso questo suo settimo album, come osserva Pitchfork, suona maturo ed equilibrato, il prodotto di un artista che nelle prime due tracce del disco si esibisce da solo prima di accogliere al suo fianco i membri di quella che oggi chiama la sua famiglia. Dopo l'introduzione corale ma senza parole di 'Black Moon/Silver Waves', canzoni come 'New Birth In New England' sfidano le etichette di genere mischiando ritornelli pop e chitarra lap steel, mentre 'C'est la vie no.2' introduce a un microcosmo intimo e personale e la ballata conclusiva 'These Rocks' suona come la liberazione da un peso interiore che stava diventando troppo difficile da sopportare. Il fragile, vulnerabile timbro tenorile di Houck e', in tutto questo, una costante riconoscibile, mentre i missaggi del veterano Vance Powell (Jack White, Chris Stapleton, Arctic Monkeys) garantiscono una cristallina chiarezza a composizioni piu' sanguigne e meno cerebrali del solito. Con 'C'est la vie' Houck/Phosphorescent si conferma un artista di qualita' rara, capace come pochi di piegare i generi musicali - si tratti di indie rock, alt country o pop - a uno stile unico e personale