obel agnesMyopia'Per me 'Myopia' è un disco che parla di fiducia e di dubbi', ha spiegato Agnes Obel a proposito del suo quarto album. 'Puoi fidarti di te stesso oppure no? Puoi fidarti dei tuoi giudizi? Sei sicuro che farai la cosa giusta? Puoi seguire i tuoi istinti e i tuoi sentimenti?'. Obel prova a rispondere a queste domande con un'opera che si attiene ai principi produttivi dei suoi tre dischi precedenti e su cui come sempre la cantautrice danese ha lavorato da sola nel suo home studio berlinese in quella che lei stessa definisce una 'bolla creativa' lontana da ogni tipo di distrazione: il risultato, come scrive Mojo, è un altro progetto di 'noir electronica' in cui sintetizzatori, pianoforti, celeste e i vertiginosi saliscendi vocali di Agnes si mescolano in brani gorgoglianti e fortemente ipnotici, correnti sonore subacquee che di volta in volta - scrive la giornalista Jude Rogers - richiamano alla mente i Cocteau Twins ('Promise Keeper'), Laurie Anderson ('Can't Be) e la Kate Bush del periodo 'Hounds Of Love' ('Island Of Doom', 'Won't You Call Me'). E' una visione volutamente 'miope', quella della Obel, distorta e rifratta, in cui suoni e produzione si intrecciano indissolubilmente con i testi e le storie che stanno dietro le canzoni disegnando paesaggi musicali scuri e sotterranei di grande fascino e impatto emotivo track list
Potrebbe anche interessarti Novità Novità | ||||||||||||||||
Newsletter
|