RIDE ME BACK HOME

Al compimento del suo ottantaseiesimo compleanno, l'indomito Willie Nelson si regala (e ci regala) 'Ride Me Back Home', terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2017 con 'God's Problem Child' e proseguita l'anno dopo con 'Last Man Standing'. Per la tredicesima volta il decano del country americano collabora con il produttore e coautore Buddy Cannon e sforna un disco che alterna brani originali a cover anche sorprendenti: tra queste ultime, una meravigliosa rilettura di 'My Favorite Picture Of You' di Guy Clark (di cui Willie reinterpreta qui anche 'Immigrant Eyes'), la 'Hard To Be Humble' di Mac Davis indirizzata al presidente degli Stati Uniti e registrata con i figli Lukas e Mica e una inattesa rivisitazione della celeberrima 'Just The Way You Are' di Billy Joel. Su suggerimento di Cannon, Nelson ha rimesso mano anche alla sua antica 'Stay Away From Lonely Places' (da lui scritta nel 1972 per l'album 'The Words Don't Fit The Picture'), affiancata a una serie di canzoni nuove che come 'Come On Time' affrontano il tema del diventare vecchi e della mortalita' o che, come 'Seven Year Itch', prendono di petto il lato buffo e divertente della vita mentre la title track (scritta con l'autore di Nashville Sonny Throckmorton) e' un'ode struggente ai cavalli che hanno visto giorni migliori (Nelson accudisce una sessantina di puledri salvati dal macello nel suo ranch nei dintorni di Austin). Inimitabile e ancora energico e ispirato, la leggenda di Abbott ha dato alle stampe un altro disco intenso, importante, ricco di pathos e di humour, che rende ancora piu' prezioso il suo enorme patrimonio musicale