Si intitola come la prima opera giovanile attribuita a Dante e in cui il sommo poeta ripercorre idealmente la storia del suo amore per Beatrice il nuovo album di Maria McKee, il primo in tredici anni e da lei stessa presentato come 'un'elegia del desiderio'. L'ex leader dei californiani Lone Justice, che ora vive a Londra, l'ha concepito dopo la dissoluzione traumatica del suo matrimonio e il riconoscimento pubblico della sua condizione omosessuale, immaginando e realizzando un suono orchestrale ed operistico che prende spunto dal linguaggio di artisti a lei molto cari come John Cale, Scott Walker e David Bowie e in cui non mancano riferimenti a Sandy Denny, a Kate Bush, al compositore classico britannico Ralph Vaughn Williams e ai poeti nella cui lettura si è immersa durante la scrittura delle canzoni (Keats, Swinburne e William Blake, padre spirituale riconosciuto citato nella dedica alla sua città adottiva che è 'Right Down To The Heart Of London'). E' un disco denso, colto, poetico, barocco, massimalista, candido e ardente di passione, 'La Vita Nuova', che richiede concentrazione e ascolti ripetuti per essere apprezzato e compreso fino in fondo nelle sue molteplici stratificazioni liriche e musicali: condotta per mano nel percorso da una Beatrice che altro non è che una proiezione di se stessa quand'era più giovane e idealista, la McKee si confessa e libera la fantasia nella toccante e dolente nostalgia di 'Effigy Of Salt', nelle melodie mitchelliane e a cascata di 'I Should Have Looked Away', nei sette minuti travolgenti di 'Courage' e nella letteraria 'Ceann Bró' ispirata dalle congiunzioni astrali tra William Butler Yeats e Maud Gonne nella punta occidentale estrema di Irlanda, mentre 'Page Of Cups contiene riferimenti esoterici al libro dei tarocchi e 'I Just Want To Know That You're Alright' è una dedica (anche nel sound) al fratello maggiore Bryan MacLean, alter ego creativo di Arthur Lee nei Love. Così prende forma e si sviluppa un'opera ambiziosa, personalissima e sorprendente, un poema epico e romantico in cui è stata lei stessa - priva di un'educazione musicale formale e classica e incapace di leggere la musica - a concepire gli arrangiamenti orchestrali affidati a un ensemble di diciannove elementi