LEAN ON ME

In curiosa simultanea a Anthony David, anche il newyorkese Jose' James - da qualcuno definito 'un cantante jazz per la generazione hip-hop' e da sempre fan sfegatato di Bill Withers - dedica un intero album tributo al maestro del folk soul da tempo ritiratosi dal music business. Nato come progetto da portare in scena per celebrare gli ottant'anni di Withers, 'Lean On Me' e' diventato un album in cui James, ricevuta la benedizione di Bill in persona, ha avuto subito le idee chiare su come procedere: 'Non volevo mettere ritmi hip-hop sotto la sua musica o decostruirla con assoli bebop da dieci minuti. C'era una sola mossa giusta da fare: arrivare in studio con una grande band, far scorrere il nastro, catturare la vibrazione. Non abbiamo fatto altro che suonare le canzoni'. Classicissimi come 'Ain't No Sunshine', 'Grandma's Hands', 'Use Me', 'Who He Is', 'Hope She'll Be Happier' e 'Better Off Dead', ma anche pezzi minori e meno conosciuti scovati riascoltando attentamente gli album e visionando i filmati di YouTube, sono stati mirabilmente eseguiti con un gruppo di musicisti davvero stellare composto da Pino Palladino (basso), Kris Bowers (tastiere), Brad Allen Williams (chitarra) e Nate Smith (batteria), sotto la direzione attenta ed esperta di Don Was (boss attuale della Blue Note che pubblica il disco) e con la partecipazione straordinaria di Lalah Hathaway (voce), Marcus Strickland (sassofono) e Takuya Kuroda (tromba), riuniti nel leggendario studio B della Capitol a Hollywood. La voce calda e vellutata di James, che su una parte di questo repertorio si era gia' cimentato spesso dal vivo, e' il miglior veicolo per riportare in circolo le meravigliose composizioni di Withers con lo spirito e l'atteggiamento giusto, un sacro rispetto che non si tramuta mai in mera imitazione: 'Bill', osserva Jose', 'e' nel pantheon dei piu' grandi autori di sempre. E' anche un fantastico cantante e ha saputo sviluppare un sound sofisticato che mischia funk, canzone d'autore, blues, r&b e gospel'. Gli ingredienti essenziali anche di questo disco, in cui James non ha paura, come il suo maestro, 'di essere genuino, esporre il proprio lato emotivo e mostrare sia la parte maschile che quella femminile di se stesso'