BIG RED MACHINE

Covava da una decina d'anni questo progetto collaborativo tra Justin Vernon alias Bon Iver e Aaron Dessner dei National, che nel 2008 aveva inviato al collega un bozzetto strumentale di una canzone intitolata 'Big Red Machine' chiedendogli di lavorarci sopra per l'album di beneficenza anti AIDS 'Dark Was The Night' (all'epoca i due non si conoscevano neanche di persona). Oggi la loro relazione artistica riprende a pieno ritmo producendo dieci altre canzoni realizzate con la collaborazione di componenti della People Art Collective, una comunita' artistica e piattaforma Internet di cui gli stessi Vernon e Dessner sono promotori. 'Per questo il disco suona differente', sottolinea quest'ultimo. 'Il processo creativo e' stato diverso dal solito, e cosi' il risultato artistico'. Affiancati da altri membri dei National (Bryce Dassner, Bryan Davendorf) e da musicisti di rango come Lisa Hannigan e Richard Reed Parry degli Arcade Fire, i due copiloti - dopo avere rodato la loro grande macchina rossa dal vivo - si muovono, come rileva Alberto Campo sul Giornale della Musica, tra il 'raffinato spleen intimista di 'Forest Green'' e il valzer country - futurista di 'Hymnostic', i groove e i sentori hip-hop di 'Lyla' e una ballata di impianto piu' tradizionale come 'I Won't Run From It'. Tra intimismo e modernismo (la voce acuta di Vernon e' spesso trattata elettronicamente), semplicita' melodica e arrangiamenti stratificati, 'Big Red Machine' e' un disco innovativo e stimolante, che - a dispetto di qualche episodio meno riuscito - sposta in avanti la frontiera del miglior indie rock contemporaneo grazie all'alchimia di due menti musicali decisamente brillanti e visionarie