WILCOODE TO JOYGenere: Roots Etichetta: ADA Anno: 2019 Supporto: CD
E' un'ode alla gioia, come preannuncia il titolo evocando Ludwig can Beethoven, il nuovo album dei Wilco che segue di tre anni 'Schmilco'. Jeff Tweedy (voce e chitarra) ha iniziato a svilupparlo sull'onda dei due dischi solisti 'Warm' e 'Warmer' registrando le tracce base con il batterista/percussionista Glenn Kotche prima di dare carta bianca agli altri membri della band - il chitarrista solista Nels Cline, il tastierista e chitarrista Pat Sansone, il tastierista Mikael Jorgensen e il bassista John Stirratt - nella creazione di arrangiamenti come sempre creativi e singolari. Il risultato, nelle parole dello stesso Tweedy, e' un disco zeppo di maestose canzoni folk, dalle 'strutture brutali e monolitiche cui stanno appese emozioni delicate'. Descrizione calzante per il primo singolo 'Love Is Everywhere (Beware)', una ballata rock soffice, ariosa e meditativa a tempo di valzer e con contagiosi arpeggi di chitarra elettrica con cui l'autore sembra voler spingere se stesso a essere piu' ottimista e amorevole al di fuori della sua cerchia di amici e familiari. Ma sono tutte le undici canzoni, registrate nel gennaio di quest'anno nello studio di Tweedy The Loft, a insistere sul tema di 'trovare gioia in un clima politico tenebroso' come quello che gli Stati Uniti stanno vivendo oggi. Sono brani minimalisti, in cui le percussioni di Kotche mimano volontariamente 'il movimento della marcia, un atto di grande impatto e importanza contro i muri eretti dai regimi autoritari', soprattutto nell'iniziale 'Bright Leaves' suonata dal resto della band in punta di dita; 'Citizens' sfoggia, come osserva John M. Gilbertson di Shepherd Express, ritmi e melodie che non avrebbero sfigurato sulla seconda facciata di 'Abbey Road' e il timbro chitarristico di George Harrison sembra ispirare il compatto e colorato assolo di Cline in 'Everyone Hides', mentre 'Quiet Amplifier' si estende a quasi sei minuti evocando nuvole nere all'orizzonte prima di una gracchiante ballata finale, 'An Empty Corner', 'piu' brace che scintille, ma i cui bagliori sopravvivono a lungo prima di svanire'. 'Ode To Joy' e' dunque un disco serio ma non serioso, riflessivo ma non pretenzioso, in cui Tweedy e' il timoniere ma il resto della band e' un collettivo sempre piu' integrato in cui ciascun musicista esprime la sua personalita' e risulta insostituibile? track list
Potrebbe anche interessarti | ||||||||||||||||
Newsletter
|