Instancabili 'road warriors' che continuano a calcare i palcoscenici del mondo senza sosta, gli Who tornano finalmente a pubblicare un album di inediti a tredici anni di distanza da 'Endless Wire': i due fondatori Pete Townshend (chitarra e voce) e Roger Daltrey (voce solista) lo hanno registrato (separatamente) avvalendosi dei contributi dei chitarristi Simon Townshend (anche autore di un pezzo, 'Break The News') e Gordon Giltrap, dei bassisti Pino Palladino e Gus Seyffert, dei batteristi Zak Starkey, Joey Waronker e Carla Azar e del tastierista Benmont Tench (ex Heartbreakers a fianco di Tom Petty) mentre lo stesso Townshend ne ha condiviso la produzione con Dave Sardy (ex leader dei Barkmarket e già al banco di regia con Oasis, Helmet, ZZ Top e molti altri). 'WHO' e' un disco zeppo di riferimenti al glorioso passato della band e alla sua iconografia, nelle melodie come nella stupenda e inconfondibile copertina a collage realizzata da Peter Blake (già coinvolto in quella di 'Face Dances' oltre che autore di quella leggendaria di 'Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band' e di 'Stanley Road' di Paul Weller), composto di 'ballate tenebrose, roba heavy rock, electronica sperimentale, campionamenti e motivi in classico stile Who che cominciano con una chitarra che fa 'yanga dang'', come ha dichiarato alla stampa lo stesso Pete. Undici i brani in scaletta (quattordici nell'edizione deluxe a tiratura limitata) di cui uno solo parzialmente inedito - 'Ball And Chain' è il rifacimento, decisamente più robusto, di un brano solista dello stesso chitarrista intitolato 'Guantanamo' e da lui inserito nel best of del 2015 'Truancy' - mentre la mistica 'Beads On One String', ispirata agli insegnamenti del guru Meher Baba, ' ripresa da un demo di qualche anno fa e 'Hero Ground Zero' (registrata con una intera orchestra) e' stata scritta da Pete per una sua opera musicale in corso di lavorazione e legata al romanzo da lui appena pubblicato 'The Age Of Anxiety'. Il resto, ha spiegato ancora Townshend è stato scritto principalmente lo scorso anno: 'non c'e' alcun tema unificante, concept o storia, solo un insieme di canzoni che io (e mio fratello Simon) abbiamo scritto per fornire a Roger Daltrey ispirazione, nuove sfide da affrontare e raggio d'azione per la sua voce recentemente rinata. Lui e io siamo ora uomini anziani, e ho cercato per quanto possibile di stare lontano dal romanticismo e dalla nostalgia'. Lo stesso Daltrey ha definito 'Who' il miglior album della band dai tempi di 'Quadrophenia' (1973): vero o no, si tratta di un disco vitale e convincente, che tiene conto della storia e della memoria ma che prende anche posizione sulla turbolenta situazione sociopolitica attuale (nella citata 'Ball And Chain'), miscelando passione e umorismo nella vibrante 'All This Music Must Fade', ricordando il passato in 'Detour', dichiarando la voglia di rimettersi in gioco in 'I'll Be Back' (cantata da Pete) e devocando un senso di comunità perduta in 'Street Song', ispirata dal tragico rogo della Grenfell Tower londinese nel 2017. Classico e contemporaneo al tempo stesso