Negli anni Sessanta il Sud Africa era un Paese isolato dal resto del mondo a causa dell'Apartheid e della rigidità oppressiva del suo regime governativo. Eppure anche a Città del Capo, a Johannesburg, a Durban e nelle altre città del Paese emergeva allora una fervida scena musicale giovanile di ispirazione angloamericana che questo sorprendente box di 6 CD scandaglia e documenta nel modo migliore: una manciata di band locali, come ricordò qualche anno dopo il celebre imprenditore discografico sudafricano Clive Calder, produsse all'epoca ottimi dischi ispirati alle sonorità del garage e del rock and roll britannico e statunitense e al senso di libertà che spirava in Occidente ottenendo una calda accoglienza da parte dei giovani del posto a dispetto delle censure disposte dal governo, della deficitaria distribuzione nei negozi di dischi e della totale assenza di promozione radiofonica. Ne ritroviamo traccia in questa ampia retrospettiva comprendente oltre 150 rarissime registrazioni risalenti al periodo 1964-1972 di cui sono protagonisti gruppi e artisti come Them (non quelli di Van Morrison, ovviamente), A-Cads, Upsetters, Bill Kimber & The Couriers, Invaders, John E. Sharpe & The Squires, Shake Spears, Johnny Kongos & The G-Men, Zombies (non quelli di Rod Argent e Colin Blunstone), Dominoes, Bats, Flames, Mickie Most & His Playboys, Vedettes, Johnny Dean & The Apaches, Bo Street Runners, Dave Anthony Quartet, Third Eye, Candid Camera, Sharon Tandy e molti altri, le cui biografie sono raccontate esaurientemente nel corposo libretto di 88 pagine ricco di foto e di riproduzioni di memorabilia dell'epoca e le cui performance riguardano composizioni originali così come cover di famosi brani pop, rock, blues e soul dell'epoca