TAMIKRESTTamotait'Tamotait' è il quinto album di studio dei Tamikrest, il gruppo nomade maliano di etnia Tuareg (o Kel Tamascheq, come preferiscono essere chiamati) che torna a rimarcare le sue inclinazioni più rock in un disco musicalmente potente e di forte rivendicazione sociale e politica, un orgoglioso proclama di resistenza a partire dal titolo che, come ha spiegato il leader, cantante e chitarrista della band Ousmane Ag Mossa, 'significa speranza per un cambiamento in positivo'. 'Amzath' e 'Sastnan Hidjan' sono i due brani che la stessa band considera cruciali per comprendere il senso di un progetto alla cui realizzazione ha preso parte anche l'artista di origine marocchina Hindi Zahra (la cui splendida voce impreziosisce la toccante 'Timtarin'): 'la prima', come riporta un'intervista ripresa dal sito Radio Città Fujiko, 'descrive i nostri tempi oscuri e riflette sul futuro, la seconda pone invece l'accento sulla rivoluzione Tamascheq in atto e la voglia di non arrendersi all'oppressione'. Registrato in Francia con la produzione di David Odlum (Glen Hansard, Gemma Hayes, Tinariwen) 'Tamotait' esplora a fondo ogni risvolto del sound dei Tamikrest, un vibrante rock sahariano permeato dalla nostalgia di casa (la proto nazione Azawad che gli esiliati Tuareg hanno posseduto brevemente nel 2012) e in cui l'intreccio inarrestabile e insistente delle chitarre di Ag Mossa e di Paul Salvagna, il ritmo incalzante della batteria e delle percussioni di Nicolas Grupp e Aghaly Ag Mohamedine (anche cantante) e le sinuose linee di basso di Cheikh Ag Tiglia creano un tappeto multicolore e ipnotico che non rifugge da nuove sperimentazioni sonore e che nel brano finale 'Tabsit' (ospiti Atsushi Sakta e Oki Kanogli con i loro strumenti tradizionali giapponesi,) assorbe anche elementi di cultura nipponica appresi durante un tour nell'Estremo Oriente. Un disco moderno ma dai suoni volutamente vintage, 'un lavoro di rara qualità...di quelli che scaldano il cuore', scrive Andrea Del Favero su Folk Bulletin, creato 'per una causa ben precisa', come ribadisce Ag Mossa: 'Celebrare la cultura Tamascheq e la nostra identità di guardiani di una antica voce in via di estinzione'
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