ALL ASHORE

Nel 2015, per realizzare 'The Phosphorescent Blues', i Punch Brothers si erano affidati alle mani esperte di T Bone Burnett; 'All Ashore', invece, li vede oggi autoprodursi e sfornare nove nuove composizioni originali che - nelle parole del cantante e mandolinista Chris Thile - rappresentano 'una meditazione sull'impegno profuso nei rapporti umani nel contesto contemporaneo e nell'attuale clima politico'. Thile, il chitarrista Chris Eldridge, il bassista Paul Kowert, il banjoista Noam Pikelny e il violinista Gabe Witcher sono tornati negli United Recording Studios di Hollywood (gli ex Ocean Way Studios) dove gia' avevano registrato i due dischi precedenti per realizzare un'opera tematica concepito come un pensiero unico articolato in nove episodi o movimenti. 'Dopo le quattro esperienze precedenti', ha spiegato ancora Thile, 'sentivamo di sapere cio' che volevamo e come dovesse suonare l'album. Avevamo una visione precisa e sapevamo come muoverci, invece di avere qualcuno che ci pilotasse verso una certa direzione'. 'All Ashore' diventa cosi' il disco forse piu' personale e originale del quintetto bluegrass di Brooklyn, che nei singoli 'It's All Part Of The Plan' e 'Three Dots And A Dash', tra la soave dolcezza di una ballata come 'The Gardener' e il folk verboso di 'It's All Part Of The Plan' sviluppa sonorita' varie e dinamiche, di umore spesso meditativo e decisamente oltre i confini del bluegrass tradizionale; chi ama il 'picking' a tutta velocita' e il virtuosismo trovera' invece pane per i suoi denti in un brano come 'Jungle Bird', peraltro poco convenzionale