PINK FLOYD - TRIBUTEBACK AGAINST THE WALLGenere: Ristampa Etichetta: PURPLEPYRAMID Anno: 2019 Supporto: 2 CD
Fu Billy Sherwood, chitarrista e tastierista degli Yes tra il 1997 e il 2000, a concepire e coordinare nel 2005 'Back Against The Wall', album tributo a 'The Wall' dei Pink Floyd in cui coinvolse tutti o quasi i piu' grandi nomi del prog contemporaneo e non solo, tra cui Adrian Belew, Alan White, Keith Emerson, Ian Anderson, Tony Levin, Steve Morse, Ronnie Montrose, Mike e Steve Porcaro, Steve Lukather, Alex Ligertwood, Greg Bissonette, Vinnie Colaiuta, John Wetton, Steve Howe, Robby Krieger (Doors), Glenn Hughes, Aynsley Dunbar, Larry Fast, John Giblin, Geoff Downes, Chris Squire, Rick Wakeman, Tony Kaye, Dweezil Zappa, Tommy Shaw degli Styx, Fee Waybill dei Tubes, l'attore Malcolm McDowell e molti altri ancora. Il disco torna in circolazione su doppio CD Purple Pyramid, e permette di apprezzare il certosino lavoro di ricostruzione - dialoghi ed effetti speciale inclusi - messo in atto da Sherwood e dai suoi insigni collaboratori, le cui versioni di 'Another Brick In The Wall', 'The Happiest Days Of Our Lives', 'Mother', 'Young Lust', 'Hey You' e 'Run Like Hell' restano sostanzialmente fedeli ai modelli originali (fa parzialmente eccezione l'orientaleggiante 'Comfortably Numb' cantata da Squire e Sherwood). Detto che la versione di 'The Wall' eseguita dai Pink Floyd resta quella definitiva e inarrivabile, e tenuti in considerazione anche celebri e apprezzatissimi remake come il 'The Wall - Live In Berlin' messo in scena da Roger Waters nel luglio del 1990, il cast all star di 'Back Against The Wall' rende comunque un buon servizio all'epocale concept album del 1979 e Sherwood - come scrisse Todd Whitesel su Goldmine - dimostra di sapere quel che fa affidando 'The Show Must Go On' e 'In The Flesh?' (con l'esplosiva combinazione tra l'organo di Emerson e la chitarra di Gary Green) alla voce di Belew, 'Mother' e 'Hey You' a quella di Wetton e 'One Of My Turns', 'Don't Leave Me Now' e 'Vera' a quella di Tommy Shaw, mentre 'la chitarra mediorientale di Krieger guizza come un serpente attraverso 'Empty Spaces'', la voce di Hughes e l'istrionica sei corde di Elliot Easton reggono l'impatto di 'Young Lust' e l'intreccio tra il flauto di Ian Anderson dei Jethro Tull e gli arpeggi in minore di chitarra in 'Is There Anybody Out There' creano un delicato arrangiamento che non ha nulla da invidiare all'originale track list
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