WHERE THE DOGS DON'T BITE

E' di nuovo Alison Brown, banjoista e cofondatrice della Compass Records, a produrre il secondo album degli Old Salt Union 'Where The Dogs Don't Bite', in cui il quintetto composto da Ryan Murphy (banjo), Justin Wallace (mandolino), John Brighton (violino), Jesse Farrar (basso, voce solista e nipote di Jay Farrar dei Son Volt) e Graham Curry (chitarrista ultimo arruolato) si conferma una string band fantasiosa ed energica poco propensa ad accomodarsi nei cliche' del bluegrass e della musica tradizionale. I background differenti dei musicisti di Belleville, Illinois, assicurano freschezza e varieta' al melting pot di un disco che parte subito con il piede giusto grazie a 'God You Don't Need', ode a una relazione andata a male dal ritornello appiccicoso e dalla melodia evocativa (suonata al banjo). Il compagno di scuderia Bobby Osborne e' ospite in 'Tells Me So' - cantata da Wallace e omaggio alla vena piu' bluegrass del gruppo - mentre e' il violinista Brighton a prendersi la scena nello strumentale 'Johann's Breakdown', che attinge a progressioni classiche e jazz per tingersi di musica gitana, e la spettrale, tenebrosa 'Where The Dogs Don't Bite' chiude il programma con un'atmosfera completamente diversa in virtu' delle sue triplici armonie chitarristiche e di un canto corale 'che ricorda l'ultima chiamata al pub dell'angolo negli stati appalachiani del Rust Belt'. La rivista No Depression ci ha visto giusto, quando ha scritto che il segreto degli Old Salt Union e' la loro capacita' di fondere il groove e i fraseggi virtuosistici di una grande string band con una contagiosa energia rock and roll evocando nella loro musica 'un paesaggio fatto di secondarie strade polverose e di autostrade interstatali in cemento, di piccole citta' e di fattorie ancora piu' piccole, di grandi sogni e di delusioni ancora piu' grandi' (cosi' Keith Dudding dell'emittente radiofonica KDHX di St. Louis)