In 40 anni di carriera e di canzoni interpretate da artisti come Johnny Cash, Stevie Nicks, Bette Midler, Emmylou Harris, Trisha Yearwood, Bonnier Raitt e Mary Black, la cantautrice Jude Johnstone si è guadagnata la fama di autrice e cantante profonda, emotiva e passionale. Con 'Living Room', ottavo album per l'etichetta indipendente BoJak Records che Bob Burton e Pat Sajak hanno creato appositamente per pubblicare i suoi dischi, la musicista del Maine compie un passo ulteriore registrando nel salotto di casa (la 'living room' del titolo) a East Nashville la sua raccolta più intima, nuda e sincera del suo catalogo. Jude e il fonico/produttore Michael Hanson sono stati attenti a togliere ogni dettaglio superfluo (limitando al minimo le sovraincisioni) a dieci canzoni alcune delle quali, per la prima volta, sono state scritte da una prospettiva maschile e affidate alle voci di colleghi come Ben Glover, Brandon Jesse, Hunter Nelson e Tim Hockenberry. Charles Donovan di Pop Matters le definisce 'inni di crepacuore', ballate malinconiche e a tempo lento in bianco e nero come la foto di copertina che nel delicato intreccio di voce, pianoforte e violoncello dell'iniziale 'Is There Nothing', nel valzer di 'Seasons Of Time', nei pattern ritmici di 'Serenita', negli umori cangianti di 'My Heart Belongs To You', nelle atmosfere notturne e fumose di 'So Easy To Forget' e in generale nelle accurate costruzioni melodiche e armoniche dei pezzi mostra abbastanza varietà da non annoiare mai nell'arco dei suoi 40 minuti di durata (grazie anche alla presenza di eccellenti musicisti come il violoncellista Bob Liebman, la violinista Olivia Korkola, il bassista David Pomeroy, il percussionista Mike Meadows, il suonatore di penny whistler David Brewer e lo stesso Hockenberry, abile trombonista e di bravi coautori tra cui figura anche Blessing Offor, emerso nel talent show 'The Voice'). 'Negli anni '70 album belli come questo potevano spesso contare su macchine pubblicitarie da un milione di dollari', osserva il recensore di Pop Matters, concludendo che 'se c'è un po' di giustizia, 'Living Room' diventerà almeno un successo lento e costante basato sul passaparola' e che 'si tratta dell'equivalente musicale di un bicchierino riscaldante di brandy per uno stomaco vuoto'