Trentanovesimo album di studio di Bob Dylan, 'Rough And Rowdy Ways' (il titolo richiama quello di un classico della leggenda del country Jimmie Rodgers) è il suo primo e attesissimo disco di inediti dai tempi di 'Tempest' (2012). Presentato da una suggestiva copertina che riproduce e rielabora uno scatto realizzato dall'inglese Ian Berry negli anni '60 in un club londinese , contiene oltre 70 minuti di musica suddivisi su due CD in confezione 'softpack': il secondo dei quali occupato dalla sola e già celeberrima 'Murder Most Foul' (quasi diciassette minuti di durata), epica ballata con voce recitante in forma di flusso di coscienza il cui testo ruota intorno all'omicidio di John Fitzgerald Kennedy nel 1963 e che Dylan riempie di riferimenti alla cultura popolare, cinematografica, musicale e letteraria angloamericana citando i Beatles, Woodstock, Altamont, 'Tommy' degli Who e i nomi di tanti giganti del blues, del jazz, del country, del rock e del rhytm&blues. Un colpo di genio, un graffio destinato a restare negli annali, ma non l'unico in un album che alterna crudi e brucianti blues elettrici come 'False Prophet' (ricalcata sulla 'If Lovin' Is Believing” di Billy The Kid' Emerson, 1954), 'Goodbye Jimmy Reed' (dedicata a uno dei pionieri del genere) e 'Crossing The Rubicon' a lente e rarefatte ballate jazzate e notturne come 'I Contain Multitudes' (che nel titolo evoca una famosa poesia di Walt Whitman e nei riferimenti musicali gli ultimi dischi dylaniani di standard sinatriani), la macabra 'My Own Version Of You', la tenebrosa 'Black Rider', 'Mother Of Muses' e la lunga (nove minuti) e onirica 'Key West (Philosopher Pirate)', in cui chitarre semiacustiche e slide, spazzole, fisarmoniche e mandolini si intrecciano nel creare suggestioni sonore sospese nel tempo e nello spazio (nel disco suona l'attuale band di Dylan, composta dal polistrumentista Donnie Herron, dai chitarristi Charlie Sexton e Bob Britt, dal bassista Tony Garnier e dal batterista Matt Chamberlain, ma vi partecipano anche Fiona Apple, il tastierista degli Hearbreakers Benmont Tench, il cantautore Blake Mills e altri ospiti). Brani misteriosi, evocativi, spesso - come scrive Rolling Stone Italia - sporchi di sangue e di fango, pervasi da un senso immanente di morte eppure vitali e ricchi di innumerevoli citazioni e riferimenti storici, musicali e culturali che compongono un affresco maestoso, un rompicapo enigmatico con il quale Dylan dimostra una volta di più di saper riflettere sulla condizione umana e sull'epopea americana come nessun altro ha saputo fare dalla seconda metà del Novecento in poi