CREEDENCE CLEARWATER REVIVALLIVE AT WOODSTOCKGenere: Ristampa Etichetta: UNIVERSAL Anno: 2019 Supporto: CD
E' stato necessario attendere il cinquantenario del festival di Woodstock e la tardiva riconciliazione tra i tre membri sopravvissuti della band per vedere finalmente pubblicato integralmente il concerto che i Creedence Clearwater Revival tennero dopo la mezzanotte del 16 agosto del 1969 (quindi, piu' precisamente, il 17 agosto) durante la tre giorni di pace, amore e musica: innervositi dal protrarsi del set dei Grateful Dead, dal ritardo con cui vennero chiamati sul palco e, inizialmente, da un pubblico assonnato, attonito e poco reattivo, John Fogerty (voce e chitarra solista), il compianto Tom Fogerty (chitarra ritmica), Stu Cook (basso) e Doug Clifford (batteria) hanno a lungo conservato un cattivo ricordo di quella loro apparizione, sconosciuta ai piu' per il loro risoluto rifiuto ad apparire nel film e nel triplo LP ufficiale che documentarono inizialmente l'evento riscuotendo un successo planetario (tre brani comparvero finalmente solo nel box pubblicato nel 2009 in occasione del quarantennale). Una fama negativa del tutto immeritata, perche' come dimostra questo CD ufficiale pubblicato dalla Universal (e come loro stessi oggi ammettono) si tratto' invece di una performance piu' che convincente, magnetica ed elettrizzante: un'ora di musica densa e senza riempitivi com'era nello stile del gruppo californiano che, con tre album alle spalle (due dei quali, 'Bayou Country' e 'Green River', pubblicati proprio nel '69), propose a Woodstock una sorta di irresistibile greatest hits a base di r&b, swamp rock a tinte sudiste e avvolgente rock chitarristico che dopo l'iniziale, immortale riff di 'Born On The Bayou' mette in sequenza i grandi hit del quartetto ('Proud Mary', 'Bad Moon Rising', 'Green River'), selezioni dai tre album (tra cui 'Commotion' e 'Bootleg'), lunghe versioni di 'Keep On Chooglin'' (quasi dieci minuti) e della 'Suzie Q' di Dale Hawkins (otto minuti) oltre ad altre cover che facevano stabilmente parte del repertorio come 'I Put A Spell On You' di Screamin' Jay Hawkins e 'Ninety-Nine And A Half (Won't Do)' di Wilson Pickett. Un gran concerto, e un pezzo di storia della musica che finalmente torna alla luce del sole ottenendo il riconoscimento che merita track list
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