REARRANGE MY HEART

Quartetto che impiega solo strumenti a corda, i Che Apalache attingono in profondita' alle loro radici latine (i quattro si sono incontrati in Argentina, dove il violinista e cantante Joe Troop, nativo del North Carolina, ha conosciuto il chitarrista Franco Martino e il mandolinista Martin Bobrik, originari del luogo, e il banjoista messicano Pau Barjau) in questo nuovo album prodotto dal grande Bela Fleck: 'Rearrange My Heart' mescola abilmente bluegrass, gospel, folk, jazz, swing e rock nordamericano con il flamenco, la murga uruguayana, il candombe, la musica ispano-sefardita di origine ebraica e persino melodie provenienti dal Giappone rurale in canzoni che trattano di temi molto scottanti e contemporanei come il fondamentalismo religioso, l'identita' nazionale e l'immigrazione ('The Dreamer' si ispira alla storia vera di Moises Serrano, amico di Troop, omosessuale e senza documenti di identita', che ne e' anche coautore oltre che il soggetto di un documentario), eseguite con grande abilita' strumentale e splendide armonie vocali in stile Stanley Brothers. E' musica americana nel piu' ampio senso della parola, la loro, nel suono e nelle storie che racconta, che ingloba e accoglie ogni diversita' musicale e culturale concretizzandosi in un progetto artistico 'eccitante, commovente e ricco di gioiose sorprese' come ha giustamente scritto qualcuno a proposito di questa opera piu' che convincente a cui Fleck regala la sua enorme sapienza in fatto di musica acustica e legata alle radici