Riedito dalla Music On Cd a prezzo contenuto e nella versione su doppio compact disc che ripropone anche i sei brani inclusi nel dodici pollici allegato alla prima stampa americana del disco, 'Strange Times' è il terzo album di studio dei Chameleons, band post punk dell'area di Manchester composta da Mark Burgess (alias 'Birdy', voce e basso), Reg Smithies (chitarra), John Lever (batteria e percussioni) e Dave Fielding (chitarra e altri strumenti a corda). Concepito in un cottage immerso nel paesaggio idilliaco del Lake District inglese e registrato nel Surrey nell'arco di cinque settimane, l'album venne pubblicato dalla Geffen il 1° settembre del 1986 e fu accolto molto positivamente dalla critica (sul New York Times Robert Palmer lo descrisse il disco più inventivo della band fino a quel momento, capace di rivaleggiare con le migliori opere di pop rock chitarristico di quell'anno, mentre molti altri recensori lodarono anche la maturità, l'acutezza e l'originalità dei testi di Burgess), mentre Noel Gallagher degli Oasis lo ha citato tra le sue prime e maggiori influenze. Affiancato dal team produttivo composto da Dave Allen e Mark Saunders (che a fine anni '80 aveva lavorato a più riprese con i Cure), capace di bilanciare nel modo migliore incisività e arrangiamenti sofisticati, il quartetto sfornò un'opera impeccabile e senza punti deboli, come sottolinea Ned Raggett su Allmusic, tra i riff a spirale dell'iniziale 'Mad Jack', il quasi valzer di 'Caution', l'acustica e dolente 'Tears' (primo singolo estratto dall'album), la maestosa 'Soul In Isolation', il secondo singolo 'Swamp Thing' (un brano teso, epico e complesso, con una grande performance del batterista Lever, avvolgenti sintetizzatori e avvincenti dialoghi tra le due chitarre), le travolgenti 'Time' e 'In Answer' e l'asciutta malinconia di 'I'll Remember'. Le sei bonus track includono una versione alternativa ed altrettanto efficace di 'Tears', le trascinanti 'Paradiso' e 'Inside Out' e due cover, una bizzarra rilettura di 'John, I'm Only Dancing' di David Bowie e una sorprendente, straordinaria versione di 'Tomorrow Never Knows' dei Beatles che a tutt'oggi non teme confronti