Live At Home With His Bad Self

Il 1mo ottobre del 1969 segno’ un ritorno a casa con tutti gli onori per James Brown, che quel giorno tenne un leggendario concerto al Bell Auditorium della natia Augusta, in Georgia: lo show venne all’epoca registrato con l’intenzione di pubblicarlo in tempo per il mercato natalizio e di celebrare il ritorno dell’artista alle sue radici sudiste, ma i nastri finirono invece per essere utilizzati solo parzialmente nel doppio LP ‘Sex Machine’ distribuito  nei negozi nel settembre del 1970 per sfruttare il successo commerciale dell’omonimo singolo e capolavoro del funk. A cinquant’anni di distanza, ‘Live At Home With His Bad Self’ ripropone invece integralmente e per la prima volta lo show, appositamente remixato da Peter A. Barker utilizzando i multitraccia analogici originali e completato da sette brani mai pubblicati prima d’ora. Si tratta anche dell’ultima registrazione con la stellare band comprendente il sassofonista Maceo Parker e ben tre batteristi – il fratello di Parker Melvin, Jabo Starks e Clyde Stubblefield – che di li’ a poco si sarebbe sciolta lasciando posto a un nuovo gruppo in cui figurava l’emergente e giovane bassista William ‘Bootsy’ Collins e che nell’arco di poche settimane avrebbe registrato il 45 giri ‘Sex Machine’. In scaletta spiccano classicissimi come 'Please Please Please' e 'It's A Man's Man's Man's Wolrd', mentre tra il materiale precedentemente inedito figurano le versioni originali degli strumentali ‘Lowdown Popcorn’ e ‘Spinning Wheel’ (reincisi con applausi preregistrati per l’album ‘Sex Machine’) e le esecuzioni integrali di ‘There Was A Time’ e ‘Mother Popcorn’, severamente tagliati sul vecchio doppio LP e qui con  durata doppia; nel programma anche l’hit del 1968 ‘Give It Up Or Turnit A Loose’ (che su ‘Sex Machine’ compariva come registrazione di studio) e il successo del momento ‘World’, che nel concerto venne interpretato dal vivo dalla voce di Brown sulla base strumentale preregistrata in studio