In virtù del contratto discografico firmato nel luglio del 2019 con la storica band newyorkese, la napoletana Frontiers ristampa e rimette in circolazione 'Curse Of The Hidden Mirror', quattordicesimo e finora ultimo album di studio dei Blue Öyster Cult pubblicato nel 2001 dalla Sanctuary e da tempo fuori catalogo. A dispetto degli scarsi riscontri commerciali, si tratta di un disco solido e più che dignitoso, i cui testi sono stati scritti in buona parte da John Shirley, autore di fantascienza cyberpunk, e in cui il gruppo di Stony Brook dimostrava di non avere perso smalto e convinzione: i toni quasi blues di 'Dance On Stilts', il 'mix tra stoner, punk e reggae' (secondo il sito Metallized) e il riff ipnotico di basso di 'Showtime' (scritta per l'album 'Cultösaurus Erectus' ma in esso non inclusa) , il proto metal anni Settanta e i cambi di tempo di 'The Old Gods Return', le atmosfere più morbide e orecchiabili del singolo 'Pocket', l'incisività e i sapori progressive di 'One Step Ahead Of The Devil', il power pop di 'I Just Like To Be Bad', la radiofonica 'Here Comes That Feeling', la malinconica ballata 'Out Of The Darkness' (apparsa nel film del 1992 'Bad Channels'), la contagiosa 'Stone Of Love', l'hard folk rabbioso di 'Eye Of The Hurricane' e la danzabile 'Good To Feel Hungry' dimostrano che Eric Bloom (voce e chitarra ritmica), Donald 'Buck Dharma Roeser' (voce, chitarra solista e produttore), Allen Lanier (tastiere), Danny Miranda (basso) e Bobby Rondinelli (batteria) rimanevano allora una band di tutto rispetto, capace di realizzare un disco dal sound 'corposo e ben amalgamato' (secondo la rivista True Metal) che si avvicina allo stile hard rock melodico, potente e levigato del periodo di maggiore successo dei BOC e di album epocali come 'Agents Of Fortune' e 'Spectres'. Non a caso il titolo del disco proviene da quello di una canzone inclusa nell'album registrato nel 1970 e mai pubblicato dello Stalk-Forrest Group, progenitore della band, quasi a voler rimarcare la chiusura di un cerchio